Antonio, innanzitutto complimenti per la presentazione dei tuoi video, rispetti fedelmente quello che hai scritto nella tua descrizione dove riesci a far risaltare le emozioni che sono in grado di regalare le automobili, descrivendone la storia e le caratteristiche estetiche e prestazionali. Niente di più vero. Tra tutte le macchine che hai provato quale ti ha impressionato di più?
Grazie Mitia, a te e a tutti coloro i quali dimostrano ed esprimono il proprio apprezzamento per quello che faccio. Car Art è una vera e propria scommessa che spero possa farmi raggiungere i sogni che avevo quando ero solo un bambino.
Ognuna delle automobili che ho provato e sulla quale ho prodotto un documentario o scritto un articolo mi ha impressionato per un aspetto. Amo l’automobilismo perché riesce a farmi imparare sempre qualcosa di nuovo e a coinvolgermi sia razionalmente che emotivamente.
La Lamborghini Diablo mi ha stupito per la sua buona educazione e facilità di guida, la Ferrari 599 per la “leggerezza” che senti quanto la guidi veloce, la Testarossa per la muscolarità che richiede ed avrei mille altre sensazioni da esprimere per ogni vettura provata, ma forse quella che mi ha più impressionato è una Sport Prototipo guidata in pista qualche anno fa. Da amante della buona guida amo le curve ed ho sempre considerato i rettilinei soltanto dei “tratti noiosi che le collegano”, come diceva Stirling Moss, ma quella Norma M20 me li ha fatti piacere ed ha letteralmente settato nuovi parametri nel mio sistema nervoso: impressionante!
Se tu volessi lanciare un appello, quali sono le 5 auto che vorresti presentare e di conseguenza guidare?
Quando mi si chiede una classifica io vado in grossa difficoltà.
Amo le automobili follemente, ed è davvero dura dare delle priorità. Vorrei avere un garage alla Jay Leno perché ogni auto esprime una filosofia ed un carattere unici ed affascinanti. Detto ciò, provo a mettere qualche nome consapevole che per tutto il giorno mi pentirò di non aver inserito altre auto:
- Jaguar XJ220
- Ferrari 288GTO
- Bizzarrini 5300GT
- Aston Martin DB5
- Shelby Mustang 427 del ‘69
Ah no, aspetta… La Ford GT, la Supra Mk4, la Ferrari 250 GTO, la Porsche 959.
E la Mazda RX7 FD?
Anche La Honda NSX e la Jaguar E-Type. Ed anche la Miura Jota, e la Gullwing!
Ok, non ce la posso fare…
Ci puoi raccontare dove e quando nasce la tua passione per le automobili?
La passione per le auto nasce insieme a me. Credo sia parte del mio DNA perché non ho ricordi del momento in cui ho iniziato ad amarle.
Mio padre era un appassionato e credo sia riuscito a trasferire questa passione a livello genetico. Ho iniziato con l’amare il loro design; scarabocchiavo i bei libri di auto che avevamo in casa per ricalcare le forme create da Pininfarina, Bertone e Zagato.
Amavo le vibrazioni che provocavano nel mio corpo, all’interno della mia cassa toracica, i motori delle Ferrari in occasione dei raduni che visitavo.
Godevo della musicalità dei suoni provenienti dagli scarichi e mi inebriavo con l’odore della vecchia benzina bruciata.
Poi a 3 o 4 anni è arrivato un trattorino a pedali ed ho iniziato ad entusiasmarmi con la sensazione che mi dava la rotazione sull’asse di imbardata che generavo bloccando il ponte posteriore. È da lì che proviene la mia passione per la guida un po' sporca e per il drifting. Non per nulla la mia prima auto è stata una Nissan Silvia S14a (che è ancora nel mio garage ovviamente).
Cosa pensi di questa evoluzione verso l’ibrido e l’elettrico che sta sconvolgendo sempre di più le case automobilistiche?
Penso che l’ibrido sia una tecnologia intelligente ma complessa per il mondo reale, nel quale la maggior parte delle persone non ha la possibilità di spendere molto denaro per l’acquisto, ogni pochi anni, di una vettura nuova. Nel momento in cui queste auto molto complicate inizieranno a diventare vetuste i meccanici generici non riusciranno a gestirle bene come riescono a fare con le vetture tradizionali. Ma l’ibrido funziona ed è una strada da percorrere, al contrario dell’elettrico puro.
Qui la questione cambia radicalmente perché stiamo assistendo ad una follia di massa derivata dalla totale inconsapevolezza degli organi politici che non esistono, attualmente, la tecnologia e le risorse per rendere sostenibile una mobilità completamente elettrica. La cosa che mi infastidisce maggiormente è quella derivata dall’imputare a cause ambientali questa scelta, creando volontariamente una disinformazione che sta già creando disordini e conflitti assolutamente immotivati.
Se c’è necessità di cambiare tecnologia perché il mercato delle automobili è già saturo o per altre ragioni lo si dica, non si accampino motivazioni di natura “eco-morale” quando gli interessi da cui deriva questa scelta sono tutt’altri.
Altra questione è strutturare una mobilità, anche completamente elettrica, nelle grandi città. Qui la questione avrebbe una logica ed una applicabilità ben maggiore, ma viviamo nell’epoca delle semplificazioni e del “giusto o sbagliato assoluti”, e fare dei distinguo è cosa sempre più rara e, dal punto di vista comunicativo, inefficace.