Da quanto sei appassionato di fumetti e di Diabolik in particolare?
Da piccolissimo, ricordo che con le cassette di frutta mi ero anche costruito una piccola libreria. Di Diabolik mi piacevano le copertine, soprattutto nei primi numeri lui era rappresentato più in grande rispetto agli altri degli altri protagonisti pertanto credevo avesse superpoteri, poi vidi che in realtà era un uomo normale. Da bambino mi restava poco simpatico quando uccideva senza motivo, poi dopo questa caratteristica è cambiata. Sei considerato un grande collezionista ma anche un grande esperto, per quale delle due cose ti fa più piacere essere nominato? Senza dubbio per la seconda. È vero sono un collezionista, sicuramente sono stato uno dei maggiori negli anni novanta, poi quando Marco Sanna, uno dei più grandi in assoluto, abbandonò il collezionismo e mi cedette tutto il suo materiale diventai il punto di riferimento per tutti. Quando rilevai tutto il materiale di Marco, la mia collezione raggiunse l’apice, penso che nessuno ne abbia mai avuto una con una percentuale più alta di quella, tra materiale uscito e posseduto. Poi col passare degli anni, la passione per il collezionismo si è affievolita, ho smesso di stare dietro a tutto ciò che veniva prodotto e ho iniziato a cedere gran parte delle cose, specialmente quelle per cui avevo perso un po’ di interesse. Diciamo che se prima avevo una collezione che guardava Diabolik a trecentosessanta gradi, adesso ne ho una che punta più alla qualità che alla quantità. Gli studi invece partono dal fatto che non ho mai collezionato solo per accatastare materiale, per ogni singolo oggetto ho cercato di capire quale fosse la provenienza, la tiratura, in quale occasione fosse stata realizzato ecc. Questa mia curiosità mi ha portato a studiare il personaggio Diabolik in tutte le sue sfaccettature e dopo molti anni ho acquisito una certa esperienza. Quali tra gli oggetti che hai trovato e le scoperte che hai fatto, sono quelle che ti hanno dato maggiori soddisfazioni? Tra gli oggetti trovati diciamo che sono tre: la serie di Diabolik a strisce apparse su un quotidiano nel 1975, quella di otto numeri realizzata per Cosmopolitan nel 1976 e 1977 con all’interno storie inedite e per ultima, ma non meno importante, la collezione di albi stranieri trovati in tutto il mondo. Per quanto riguarda gli studi, invece sicuramente quelli fatti sulle ristampe degli anni 1964/65, quando ho iniziato ad interessarmi a queste ristampe. All’epoca nessuno sapeva nulla, c’erano solo pochi dati, l’argomento era stato trattato in maniera erronea ed incompleta, è stato un lavoro lunghissimo iniziato nel 1996 e che sto ancora portando avanti, perché rimane ancora qualche mistero dietro ai primi anni di vita editoriale. L’ultima indagine sulla stampa in abbinata, ci ha permesso di scoprire il motivo per cui, di ogni albo di Diabolik, esistano due versioni leggermente diverse fra loro. Vuoi dare un consiglio ai collezionisti che si affacciano adesso al mondo dei collezionisti? Ognuno di noi deve avere un approccio personale con il collezionismo. Purtroppo in questo settore ci sono molti, chiamiamoli maestrini che hanno la presunzione di definire delle regole su come collezionare, ma questo atteggiamento secondo me è sbagliato perché ognuno dev’essere libero di viverlo in base al proprio istinto, al proprio gusto personale, prendere ciò che gli da soddisfazione. Non sempre le cose con più valore sono quelle che gratificano. In generale comunque conviene concentrarsi su settori specifici, qualità non quantità. Parliamo delle donne in questo fumetto. Diabolik ha una fantastica compagna… Eva Kant, un personaggio che è molto cambiato rispetto a quando è entrato nella narrazione. Eva è comprimaria, non una semplice spalla ed è un grande cambiamento rispetto alla figura femminile nel fumetto dell’epoca, erano tutte spalle. Non per niente Lady Kant è stata creata da due donne all’avanguardia come Angela e Luciana Giussani.
Sei considerato un grande collezionista ma anche un grande esperto, per quale delle due cose ti fa più piacere essere nominato?
Senza dubbio per la seconda. È vero sono un collezionista, sicuramente sono stato uno dei maggiori negli anni novanta, poi quando Marco Sanna, uno dei più grandi in assoluto, abbandonò il collezionismo e mi cedette tutto il suo materiale diventai il punto di riferimento per tutti. Quando rilevai tutto il materiale di Marco, la mia collezione raggiunse l’apice, penso che nessuno ne abbia mai avuto una con una percentuale più alta di quella, tra materiale uscito e posseduto. Poi col passare degli anni, la passione per il collezionismo si è affievolita, ho smesso di stare dietro a tutto ciò che veniva prodotto e ho iniziato a cedere gran parte delle cose, specialmente quelle per cui avevo perso un po’ di interesse. Diciamo che se prima avevo una collezione che guardava Diabolik a trecentosessanta gradi, adesso ne ho una che punta più alla qualità che alla quantità. Gli studi invece partono dal fatto che non ho mai collezionato solo per accatastare materiale, per ogni singolo oggetto ho cercato di capire quale fosse la provenienza, la tiratura, in quale occasione fosse stata realizzato ecc. Questa mia curiosità mi ha portato a studiare il personaggio Diabolik in tutte le sue sfaccettature e dopo molti anni ho acquisito una certa esperienza.
Quali tra gli oggetti che hai trovato e le scoperte che hai fatto , sono quelle che ti hanno dato maggiori soddisfazioni?
Tra gli oggetti trovati diciamo che sono tre: la serie di Diabolik a strisce apparse su un quotidiano nel 1975, quella di otto numeri realizzata per Cosmopolitan nel 1976 e 1977 con all’interno storie inedite e per ultima, ma non meno importante, la collezione di albi stranieri trovati in tutto il mondo. Per quanto riguarda gli studi, invece sicuramente quelli fatti sulle ristampe degli anni 1964/65, quando ho iniziato ad interessarmi a queste ristampe. All’epoca nessuno sapeva nulla, c’erano solo pochi dati, l’argomento era stato trattato in maniera erronea ed incompleta, è stato un lavoro lunghissimo iniziato nel 1996 e che sto ancora portando avanti, perché rimane ancora qualche mistero dietro ai primi anni di vita editoriale. L’ultima indagine sulla stampa in abbinata, ci ha permesso di scoprire il motivo per cui, di ogni albo di Diabolik, esistano due versioni leggermente diverse fra loro.
Le auto in diabolik sono anche loro un personaggio puoi dirci di più?
Le auto in Diabolik sono una delle tante intuizioni geniali delle Giussani. Pur non essendo esperte di Auto, per i due protagonisti seppero scegliere due modelli rimasti attuali per tantissimi anni. Non solo ma la E Type e la DS, sono due modelli diventato leggende nell’intero panorama automobilistico. Due auto con prestazioni completamente diverse: supersportiva da Jaguar, comodissima la DS…. ma che nella magia del fumetto ciò si annulla, rendendo spettacolari i loro inseguimenti. Densa parlare poi delle loro linee sinuose che hanno fatto innamorare milioni di automobilisti e che si adattavano magnificamente con i chiaro/scuri delle tavole in bianco nero di Diabolik.