Ivan, sei una persona che Speed conosce bene. In passato ti abbiamo già intervistato a proposito di altri due libri, uno sulla 156 e l’altro su Gtv e Spider Alfa Romeo. Hai appena pubblicato il libro sulla 8C Competizione e Spider, che a mio parere (e non solo mio!) è davvero un capolavoro di design. Potresti raccontarci qualcosa sulla genesi di questo libro e spiegare quali criteri usi per sceglierne i soggetti?
L’idea è nata un anno e mezzo fa, quando proposi alla Giorgio Nada Editore un libro sul modello che sarebbe dovuto uscire proprio nel ventennale della presentazione del Concept. Stefano Nada accolse con entusiasmo l’idea, anche perché aveva appena creato una nuova collana dedicata alle Supercars in cui questo testo ben si sarebbe collocato, facendo seguito a quello sulla Ferrari F40 e la Lamborghini Countach. In tal senso, un libro sull’Alfa Romeo 8C Competizione e Spider – pur essendo la vettura nata come Gran Turismo – ben si sarebbe inserito in questa nuova, ricca ed elegante collana bilingue dalla distribuzione internazionale. Tanta cura per immagine e grafica, con un corredo fotografico esclusivo e di qualità che trasmette da subito la sensazione di un prodotto curato e ricercato, proprio in linea con il livello delle vetture in esso descritto. Sono sicuro che in tanti troveranno curiosità e dettagli del modello finora sconosciuti.
La 8C è una combinazione di collaborazioni con altri prestigiosi marchi italiani e di dichiarazioni d’amore, e qui provo a riassumere: l’auto è stata progettata e sviluppata dall’Alfa Romeo con la collaborazione della Maserati, che si è anche occupata della produzione presso i propri stabilimenti. Il progetto ha beneficiato anche della consulenza dell’azienda storica Dallara Automobili. Questa stessa collaborazione tra le tre aziende è stata utilizzata anche per la 4C, un’altra vettura Alfa Romeo prodotta a Modena. È importante ricordare che la sigla 8C identificava le Alfa equipaggiate con l’8 cilindri creato da Vittorio Jano, vincitrici in quattro diverse edizioni della 24 Ore di Le Mans e altrettante della Mille Miglia, in omaggio alla 6C 2500 Competizione, la berlinetta guidata da Fangio. Infine, c’è anche una dichiarazione d’amore di Jeremy Clarkson, che ha affermato: “Si chiama 8C e credo che sia semplicemente la più bella macchina mai costruita”. Il suo motore deriva da Ferrari e Maserati. Ha vinto due volte il concorso di Villa D’Este, che ricordiamo essere anche parte del tour annuale di Speed No Limits, oltre a vari altri riconoscimenti esteri. Adesso, tocca a te far innamorare gli appassionati e i curiosi che non l’hanno ancora conosciuta.
È stata una scommessa: uno di quei colpi che non ti aspetti, che arrivano dritti al cuore e coinvolgono tutti i sensi. Rappresenta l’audacia, quel senso di tradizione e legame di stilemi con il passato del Marchio che solo la Scuola Italiana poteva dare. Dal concept del 2003 alla sua realizzazione, vi hanno lavorato in molti: professionalità espresse ed esprimibili solo grazie ad un ambiente favorevole. Non parlo solo nel Centro Stile di Arese, ma anche di altre aziende leader nel settore come la Poltrona Frau, che ne curò gli interni. I natali modenesi sono noti, meno il lavoro stilistico e di ingegnerizzazione svolti, tra le mille difficoltà che le diverse localizzazioni dei poli aziendali coinvolti comportavano E’ nata così un’icona di design dalle linee sinuose, affascinanti.
Ripeto quanto mi avevi detto quando ci eravamo lasciati l’ultima volta: “ormai imminente uscita del Tonale rappresenterà un momento importante”. Adesso che è diventata una vettura di serie, mi puoi dire cosa rappresenta per gli Alfisti?
È un segmento nuovo, poco ricercato dall’Alfista convinto, da sempre votato nelle sue scelte verso le berlina, i coupé, gli spider… Comincia ad avere il gradimento del mercato e ci auguriamo possa essere l’auto ‘dei numeri’, quella che rilancia l’immagine internazionale e le vendite dell’Alfa Romeo, da troppo tempo relegato a percentuali che non le si addicono. Nel contempo, però, mi auguro in scelte non orientate esclusivamente all’elettrificazione a tutti i costi sulla quale, mi sia consentito, resto molto scettico.
Ricordiamo che sei Presidente dell’associazione CinemAlfa, con cui prestate le vostre vetture all’industria cinematografica, sia di sala che televisiva. Colgo l’occasione per farti i complimenti per la serie televisiva su Carlo Alberto Dalla Chiesa. Inoltre è appena uscito nelle sale “L’ultima notte di amore” con Pier Francesco Favino, ci puoi raccontare qualche nuovo progetto?
Abbiamo girato la pellicola con Pier Francesco Favino tra la primavera e l’estate dello scorso anno. Milano ed il suo hinterland sono stati il palcoscenico ideale per questo noir contemporaneo che strizza l’occhio al genere polar. Un successo! La scelta di girare in pellicola piuttosto che in digitale, le colonne sonore in stile poliziottesco anni Settanta, la bravura degli interpreti e una trama davvero coinvolgente rendono l’opera del regista Andrea Di Stefano qualcosa di davvero importante per la cinematografia nazionale. Nei prossimi mesi, saremo chiamati a nuovi progetti. In tal senso, abbiamo già in corso alcuni importanti contatti per portare sul set vetture anni Ottanta e Novanta e probabilmente sarà ancora una volta la Capitale a veder sfrecciare le nostre vetture sulle sue strade. Al di là di questo, però, stiamo ragionando anche su un cortometraggio che vorremmo realizzare tra Piemonte e Lombardia che, dopo il successo di Pizza Marconi gradiremmo presentare, come nel 2016, al Festival di Cannes e Globe di Roma. La sceneggiatura c’è, le vetture anche. Nei prossimi mesi fisseremo una time-line per definire meglio il da farsi. Se cortometraggio sarà, Speed no limits sarà tra i primi a saperlo!